scrittura inclusiva e linguaggio inclusivo

Scrittura inclusiva: 6+1 tips per scrivere in modo inclusivo

Qualcunə è favorevole, qualcunə è contrariə. Qualcunə lo considera un vezzo, qualcunə una necessità: continua a far discutere l’annosa questione del linguaggio inclusivo di genere che, tuttavia, piano piano si fa spazio nel mondo anche attraverso la ricerca di nuove soluzioni di scrittura inclusiva.

Ma, nello specifico, cos’è il linguaggio inclusivo di genere? Come si scrive in modo inclusivo? E come riferirsi a una persona non binaria? Vediamolo insieme.

Cos’è il linguaggio inclusivo di genere

Il linguaggio inclusivo di genere è una forma di espressione che ha l’obiettivo di promuovere la parità linguistica tra donna e uomo, contrastare le discriminazioni di genere ed eliminare gli stereotipi.

Saggista, linguista, insegnante italiana impegnata nella lotta per i diritti civili, Alma Sabatini nutriva il desiderio di valorizzare la presenza femminile non solo nella sostanza ma anche nella forma, attraverso l’uso inequivocabile della grammatica femminile: non bastava che le donne rivestissero cariche socialmente rilevanti, l’eguaglianza doveva spingersi oltre e garantire parità linguistica, riconoscere femminilità in parole come dottore, architetto, ingegnere e consigliere.

È il 1987 quando in Italia, con il testo Il sessismo nella lingua italiana, si diffonde il concetto di linguaggio inclusivo di genere.

Linguaggio inclusivo e linguaggio neutro: le differenze

Benché entrambi abbiano l’obiettivo di abbattere le disparità linguistiche di genere, linguaggio inclusivo e linguaggio neutro NON sono la stessa cosa e NON possono essere usati come termini interscambiabili – come invece accade. Perché?

  • Il linguaggio inclusivo lavora sulla visibilità: abbatte le disparità usando la grammatica per esaltare il ruolo della donna, posizionandola non sopra, non sotto ma a fianco dell’uomo (Es: Ringraziamo la Dott.ssa Rossi e il Dott. Bianchi per quanto realizzato per la società).
  • Il linguaggio neutro lavora sull’oscuramento: abbatte le disparità annullando totalmente i concetti grammaticali di maschile e femminile (Es: Ringraziamo il nostro personale sanitario per quanto realizzato per la società).

La scrittura inclusiva secondo le Istituzioni [6 tips per scrivere in modo inclusivo]

Tra tutte le guide di scrittura inclusiva istituzionali che ho letto, trovo quella della Confederazione Svizzera per il dipartimento italiano la più completa e dettagliata. Ecco, dunque, i 6 suggerimenti riportati nel testo per scrivere in modo inclusivo:

#1. Scrittura inclusiva simmetrica

La tecnica della scrittura inclusiva simmetrica consiste nell’uso della forma maschile per gli uomini e quella femminile per le donne. Per esempio, la frase “Gli scienziati Giuseppe Levi e Rita-Levi Montalcini” diventa “La scienziata Rita-Levi Montalcini e lo scienziato Giuseppe Levi”.

Per la parità linguistica di genere, particolare attenzione va prestata anche all’uso dell’articolo femminile prima del cognome della donna: forme come “La Montessori” vengono sostituite da “Montessori”, oppure “La Dott.ssa Montessori”.

#2. Sdoppiamento integrale, sdoppiamento contratto e parole collettive

Lo sdoppiamento integrale consiste semplicemente nello sdoppiamento dei sostantivi (Es. Care lettrici, cari lettori). Consigliata solo per brevi scritti, una volta scelta, questa tecnica di scrittura inclusiva va portata avanti per tutto il testo.

Lo sdoppiamento contratto è invece quella cosa orripilante che vede lo slash (/) a fianco di termini declinati al maschile, come ad esempio “Il/la sottoscritto/ta”. È consigliabile usarlo solo nei documenti da compilare con dati anagrafici.

A queste due soluzioni, si può preferire l’uso di parole collettive: usciamo dal concetto di scrittura inclusiva ed entriamo nel concetto di scrittura neutra, ma, evitando lo sdoppiamento integrale e trasformando forme come “I/le professori/esse” ne “Il corpo docente”, si evita di appesantire e allungare i testi.

#3. Frasi passive e formulazione impersonale

Rientriamo nel concetto di scrittura neutra: la formulazione di frasi passive permette di non esplicitare il soggetto di un costrutto e trasformare frasi come “Gli insegnanti tengono il corso di formazione ogni martedì” in “Il corso di formazione è tenuto ogni martedì”.

Lo stesso accade con la formulazione impersonale, la cui parità linguistica è garantita dall’elaborazione di frasi come “Il corso di formazione si tiene ogni martedì”.

#4. Titoli e professioni nella scrittura inclusiva

Per quanto riguarda titoli e professioni, nella scrittura inclusiva si trasformano i termini seguendo le normali regole grammaticali italiane: “consigliere” diventa “consigliera”, “architetto” diventa “architetta”, “direttore” diventa “direttrice” e così via. Restano intatte le forme di uso comune come “professoressa” e “vigilessa”.

#5. Termini epiceni

I termini epiceni sono quei termini che restano invariati: maschile o femminile, a loro non importa; se ne stanno lì, buoni buoni, senza schierarsi; l’onore e l’onere di prendere una posizione è affidato all’articolo che li precede, per cui: “Il presidente” diventa “La presidente”, “Il titolare” diventa “La titolare”, “Il commerciante” diventa “La commerciante”.

#6. La parola “uomo” nel linguaggio inclusivo di genere

Nel linguaggio inclusivo di genere (e di riflesso nella scrittura inclusiva), alla parola “uomo” sono riservati due tipi di trattamento:

  1. Benaccetta se usata come espressione idiomatica, ovvero può rappresentare l’umanità se inserita in formulazioni tipo “A passo d’uomo” e “Il cane è il miglior amico dell’uomo”.
  2. Malaccetta se usata come sostantivo generico descrittivo, cioè non può rappresentare intere categorie sociali se posta in formulazioni tipo “Uomini d’affari” e “Uomini di scienza”.

Scrittura inclusiva: come riferirsi a una persona non binaria? Il metodo di Italiano Inclusivo

In origine erano l’asterisco (*) e la chiocciola (@), poi vennero i tempi della u; adesso la proposta per una scrittura inclusiva risiede nella schwa (ə). Perché se per le Istituzioni la grammatica va adeguata al genere biologico, per il sito Italiano Inclusivo va adeguata all’ESSENZA della persona: esiste una comunità LGBT? Allora va introdotta una nuova vocale nell’alfabeto italiano.

Dunque, come riferirsi a una persona non binaria?

Scrivendo con la schwa, che, a differenza dei vecchi simboli usati nella scrittura inclusiva, è declinabile al singolare (ə) e al plurale (з), ha l’alternativa maiuscola (anzi, due: Ǝ oppure Ə) ed è adatta a un linguaggio inclusivo anche dal punto di vista fonetico essendo già presente come suono in molti dialetti italiani (trovi maggiori info su come si scrive e come si pronuncia la schwa sul Sito Italiano Inclusivo).

scrittura inclusiva e linguaggio inclusivo di genere
Scrittura inclusiva – dal sito di Italiano Inclusivo

Richiede un po’ di pratica, ma, se vogliamo davvero parlare di scrittura inclusiva e linguaggio inclusivo, questo è sicuramente IL metodo.

Il mio punto di vista su linguaggio inclusivo e scrittura inclusiva

Diatribe e inesattezze a parte, credo che la cosa più utile sia scrivere in modo inclusivo rimestando le diverse soluzioni. Personalmente, trovo molto utile:

  • eliminare il maschile sovraesteso in UX Writing e microtesti;
  • usare con parsimonia le tecniche di scrittura inclusiva proposte dalle Istituzioni perché appesantiscono i testi, affaticano la lettura, regalano uno stile burocratese e aziendalese anche agli scritti più caldi e intensi;
  • studiare e approfondire pro e contro di usare la schwa nei testi.

Tu, invece, cosa ne pensi della scrittura inclusiva? Con garbo, ma parliamone. 🙂

Se invece hai un’azienda e stai pensando di innovare il tuo modo di comunicarti, mi piacerebbe conoscere di più del tuo progetto.